Psicologia Oncologica
Quando la patologia oncologica colpisce noi o un nostro caro, siamo chiamati a rispondere non solo con tutte le nostre forze fisiche, ma anche psicologiche ed emotive. La psiconcologia si occupa proprio di questi aspetti.
I vissuti di ansia, rabbia e depressione quando si incontra una malattia oncologica, sono indici della reazione normale del paziente alla malattia. Può però accadere delle volte che livelli di tali vissuti diventino troppo elevati. Si arriva a manifestazioni croniche e si associano anche a un’intensa sofferenza soggettiva, un funzionamento psicosociale e a relazioni interpersonali compromesse. In tutti questi casi è opportuno valutare se si stia ancora parlando di una reazione “normale” alla malattia. Ci si può infatti trovare di fronte ad una situazione più complessa che necessita l’aiuto di un professionista per essere risolta.
Toscano (2001) sottolinea che le più frequenti espressioni della crisi del paziente oncologico si possano descrivere in:
- Rifiuto, come negazione della propria malattia e ostacolo alla compliance in fase terapeutica;
- Ansia, come paura della solitudine, della morte, della perdita di capacità fisiche e di isolamento socio-affettivo;
- Depressione, come rassegnazione, perdita di motivazioni ed emozioni correlate a un declino psicofisico.
Paziente e familiari
Il tumore ha un impatto molto drammatico e devastante non solo sul paziente, ma su tanti altri aspetti che lo riguardano. Ne risentono anche il rapporto di coppia (per il partner di un membro malato), i figli (quando un genitore è malato), la famiglia (nei casi di neoplasia infantile o quando un membro della famiglia si ammala). La psicologia oncologica si occupa principalmente dei malati oncologici e dei loro familiari. Per loro infatti può essere fondamentale un sostegno psicologico nelle diverse fasi della malattia, dalla diagnosi, al percorso di cura, alla guarigione, o purtroppo, al momento successivo all’eventuale decesso.
La psiconcologia aiuta il paziente e i suoi familiari ad acquisire gli strumenti necessari per gestire i cambiamenti e le difficoltà provocate dalla malattia. Si impara a riconoscere eventuali comportamenti di evitamento relativi a programmi terapeutici o controlli. In particolare, aiuta la persona ad apprendere modalità funzionali per riconoscere e gestire emozioni negative, comportamenti disadattivi e interiorizzare modalità efficaci di problem-solving. Accompagna il paziente e i suoi familiari in questo difficile cammino, nel corso del quale, prendersi cura non solo del corpo ma anche degli aspetti psicologici ed emotivi, è parte della cura stessa.
Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare credere, fare e, principalmente, vivere.
(Dalai Lama)